E di cuore Laura Cretara ne ha messo tanto nella realizzazione delle sue opere durante i suoi oltre cinquant’anni di attività. E’ infatti il 1961 quando viene assunta dalla Zecca dello Stato come incisore suscitando non poca sorpresa in quanto all’epoca questa professione era di stampo prettamente maschile. Affermarsi in questo settore, dunque, non è stato semplice e il fatto che ci sia riuscita denota la sua forza di volontà, il suo notevole talento e la determinazione nel voler percorrere una strada che sogna fin da bambina. Suo padre Francesco è, infatti, pittore e incisore nonché il suo primo maestro. In un’intervista Cretara racconta di come la sua vocazione artistica sia quindi nata naturalmente e di come già a cinque anni abbia iniziato a disegnare e ad incidere e di fatto dato vita alla sua prima mostra. Da adolescente sceglie il liceo artistico poi si iscrive all’Accademia delle Belle Arti e successivamente porta a termine con successo il suo percorso formativo frequentando la Scuola d’Arte della Medaglia, dove tra i suoi maestri trova anche Guttuso. Ed è a questo punto che, dopo aver passato l’esame, inizia a lavorare come incisore mettendosi in evidenza per le sue qualità tant’è che già nel 1970 ottiene il primo, prestigioso riconoscimento: batte gli altri incisori e viene scelta per realizzare il rovescio della moneta da mille lire. Si tratta di una coniatura speciale per celebrare Roma capitale così com’è speciale questo risultato, che la porta a diventare la prima donna ad avere firmato una moneta nella storia della numismatica. Da quel momento gli incarichi aumentano: Cretara diventa responsabile artistica all’interno della Zecca e, dal 1976 al 2004, si trova a dirigere proprio la Scuola d’Arte della Medaglia che ha frequentato in precedenza. Grazie a lei vengono realizzate varie opere, come la statua equestre di Marco Aurelio, che da aprile 1997 è possibile ammirare in Piazza del Campidoglio.

retro moneta da un euro

Un’altra passione di Laura Cretara, oltre all’incisoria, è la scultura. E’ usando questa forma artistica che nel 1985, anno internazionale della Pace, dà vita un’opera in argento, attualmente custodita all’interno del palazzo delle Nazioni Unite a New York. Per l’Italia ne ha realizzata, tra le varie, una in bronzo dedicata a San Francesco ed esposta nel parco pubblico del quartiere Eur di Roma, la città dov’è nata nel dicembre del 1939.

Anche il successivo decennio rappresenta un periodo d’oro e da ricordare per lei. Il 1993 è infatti l’anno di circolazione della moneta da cento lire e successivamente dà il suo contributo alla famosa bimetallica da cinquecento lire, che tutti abbiamo usato almeno una volta e che è conservata al Museo d’Arte Moderna di New York. Nel 1999 la sua moneta da cinquemila lire dedicata alla comunicazione viene giudicata la più bella del mondo. Suoi sono anche la medaglia commemorativa per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia e un rovescio che ci passa sotto mano e sotto gli occhi ogni giorno: l’uomo vitruviano raffigurato sulla moneta da un euro, scelto a prima vista e senza alcun dubbio né indecisione dall’allora ministro del Tesoro Ciampi tra i tanti altri candidati.

A questo punto viene da chiedersi quale sia il segreto che ispira Laura Cretara per ottenere medaglie e monete di elevati valore e bellezza. La risposta arriva direttamente da lei durante il discorso di presentazione del suo progetto più recente e di assoluto prestigio internazionale:

“Ho sempre pensato che progettare una moneta, firmarla, fosse un grande privilegio perché la moneta, oltre alla sua funzione nella contemporaneità di circolare di tasca in tasca, rimane con il passare del tempo, cioè degli anni, dei secoli, dei millenni un documento da consegnare alla storia cioè un documento di un’epoca. Quindi è un privilegio.”

consegna moneta da un euro a ciampi

(cit. Laura Cretara)

Capire il proprio tempo, trarne i valori positivi che aiutano la comunità a restare unita da un lato e cercare la giusta allegoria, la giusta metafora che li raccontino su un oggetto di dimensioni ridotte come una moneta dall’altro: questo è il fulcro del lavoro, questo è ciò che contraddistingue un incisore che realizza opere conservate in collezioni pubbliche e private in Italia e all’estero!

La consapevolezza di regalare sia ai contemporanei che ai posteri un qualcosa di prezioso che racchiude un messaggio è dunque ciò che la rende la donna simbolo per eccellenza di un’arte antica.

E Cretara continua ad essere al centro di quest’arte grazie al suo ultimo – in ordine di tempo – disegno che porta la sua firma, caratterizzata dalle sue iniziali “LC” unite: il rovescio delle emissioni celebrative ufficiali di Expo Milano 2015. Sua è infatti l’incisione dell’albero della vita, che lei ha immaginato come una pianta che prende il nutrimento dal pianeta Terra e che ha cinque rami, ognuno con cinque foglie diverse ma di uguali dimensioni. Ogni foglia rappresenta un continente: Acero per l’America del nord e del sud, Photos per l’Asia, Agrimonio per l’Africa, Eucalipto per l’Australia e Quercia per l’Europa. Il messaggio è chiaro, universale e di speranza per il futuro: pace, armonia, uguaglianza e unione all’interno delle diversità e rispetto per l’ambiente e il nostro pianeta, che stiamo sfruttando troppo.

L’opera è assolutamente in linea con il tema di Expo Milano 2015 – “Nutrire il pianeta. Energia per la vita” – e ha dato a Firenze un primato: essere la prima città a coniare la moneta ufficiale di questo evento di rilevanza mondiale. Picchiani e Barlacchi ha avuto l’onore, su commissione del Museo del Tempo, di produrre il primo esemplare continuando così la collaborazione con Cretara, iniziata negli anni ’80 con le tre edizioni della Biennale della Medaglia d’Arte, alle quali ha partecipato come giurata speciale. E’ da quel momento che la stima e la fiducia reciproche si sono consolidate dando vita ad un rapporto profondo del quale l’azienda è molto orgogliosa.

Articolo di: Romina Mattoni